Babywearing: come portare i bambini correttamente e comodamente

Negli ultimi anni c’è stata una vera e propria esplosione della pratica del portare: tutorial e corsi si moltiplicano e spesso è difficile scegliere la proposta più valida.

Molto spesso le mamme mi contattano preoccupate di “far male al proprio bambino” o di danneggiare le anche o la schiena portandolo in maniera scorretta. 

Sulle confezioni dei supporti in vendita si moltiplicano i bollini di qualità, di prodotto garantito da questa o quella certificazione, anche se spesso non è chiaro se la certificazione di ergonomia riguarda il bambino o il genitore.

Partire dal bambino: osservare la postura

Il bambino, come ogni essere umano, è molto più dell’insieme delle sue singole parti

Il focus nel sapere come portarlo correttamente è proprio lui: come si organizza in questo strano mondo governato dalla gravità e come impara gradualmente a gestirla attraverso il corpo e solo in un secondo momento, fidandosi delle proprie sensazioni, attraverso emozioni e pensieri. 

Nei mesi dopo la nascita la postura del bambino è molto particolare e diversa da quella che avrà quando sarà più grande. Egli ha un bisogno fondamentale di essere avvolto e sostenuto dall’adulto: in questo modo ritrova una sicurezza fisica ed emotiva che lo calma e gli permette di concentrarsi sulle sensazioni che prova. Nella fascia egli sente i confini del suo corpo, ritrova pace e non deve combattere contro la forza di gravità (come gli accade ad esempio quando viene innescato il riflesso di Moro, con le braccia che si spalancano e la testa che cade all’indietro). 

Quando viene preso in braccio e cullato, spontaneamente si posiziona così:

  • Arti superiori raccolti vicino al centro del corpo
  • Mani che raggiungono facilmente la bocca (in pancia sapeva già benissimo succhiarsi le dita, attività ora resa  più difficile dalla forza di gravità).
  • Le ginocchia salgono vicino al torace, divaricate non oltre l’ampiezza del bacino, più o meno all’altezza del suo ombelico
  • Il bacino è inclinato con la parte alta indietro (antiversione),
  • La colonna vertebrale si curva: in questo modo la testa può andare più in avanti rispetto all’asse frontale del corpo, evitando tensioni nel collo e nella schiena, in un momento in cui lo sviluppo della muscolatura non garantisce ancora un sostegno ottimale.

In questa posizione egli si sente centrato, sicuro, con la situazione sotto controllo.

Cosa cambia con la crescita

Man mano che passano i mesi la colonna si raddrizza progressivamente in tre tappe, a partire dalla zona cervicale e poi verso il basso.

  • Quando il bambino è a pancia in giù e solleva la testa inizia a rinforzare la muscolatura delle 7 vertebre cervicali (in realtà questo processo avviene già ogni volta che il bambino si attacca al seno, protendendosi verso il capezzolo e rovesciando un poco la testa all’indietro).
  • Nella fase successiva il bambino impara progressivamente a bilanciare l’uso di muscoli flessori (sulla pancia) ed estensori (sulla schiena e nella zona pelvica): le dodici vertebre dorsali vengono controllate meglio e può appoggiarsi sui gomiti quando è a pancia in giù. 

Intanto, verso i 4-5 mesi le sue capacità motorie sono molto cambiate e diventano di più: 

  • segue gli oggetti con lo sguardo e prova ad afferrarli 
  • rotola sul tappeto da supino a prono
  • afferra i piedi e li mette in bocca 

Queste nuove capacità indicano una diversa maturità della struttura delle anche, che possono divaricarsi maggiormente, portando le gambe ad abbracciare il tronco del genitore. 

Infine è la volta delle 5 vertebre lombari, quando il controllo di queste è completo il bambino è in grado di passare da 4 zampe a seduto e progressivamente accenna a provare a stare in piedi.

Scegliere un buon supporto

Sulla base di quanto detto sopra diventa più facile riconoscere un supporto adatto all’età del proprio bambino: se in braccio sta a lungo in una certa posizione significa che è in grado di gestirla con comodità e le braccia potranno essere sostituite dalla fascia. 

Tuttavia meno fa la muscolatura del bambino, più dovrà fare il supporto: ecco perchè i marsupi non sono ideali alla nascita, poichè non sostengono a sufficienza il corpo del bambino evitando di forzarlo in posizioni da cui non sa poi uscire, impedendogli di sentire i propri contorni e di affidarsi con sicurezza al sostegno della stoffa. 

La posizione corretta: sicurezza prima di tutto

  • le vie aeree del bambino sono libere
  • la testa è allineata alla colonna, senza cadere lateralmente o indietro
  • il mento è lontano dal petto (due dita del genitore tra mento e sterno del bambino)
  • completamente supportato dalla stoffa da ginocchio a ginocchio
  • bacino  inclinato all’indietro

Se hai un marsupio: al di là di peso e lunghezze riportate sulla confezione una volta indossato deve consentire una regolazione così fine da garantire questa posizione. 

E se possiedi invece una fascia il modo in cui la leghi può fare la differenza: non è automatico che la fascia mantenga un buon posizionamento, ma di sicuro garantisce la regolabilità. 

Se hai dubbi puoi chiedere il mio aiuto, per ricavare il meglio dal supporto che possiedi già, o sceglierne uno da zero ma anche per fare una valutazione globale di che cosa ti spinge a portare il tuo bambino. 

Il fattore tempo infatti è determinante: a che cosa mi serve portare il bambino, quanto tempo lo terrò in quella posizione, cosa farà e dove starà il resto del tempo, sono tutti interrogativi che possono farti propendere per una soluzione o per un’altra. 

Riassumendo:

  • valuta quando e in che situazioni penserai di portare il tuo bambino
  • osserva come sta in braccio e scegli un supporto che sostenga bene il bambino dove tu istintivamente posizioni le tue mani per tenerlo
  • osserva le sue competenze di movimento anche in altre posizion
  • più il bambino è piccolo più avrai bisogno di un supporto regolabile
  • considera la sicurezza 
  • se hai dubbi affidati a un professionista
Babywearing: come portare i bambini correttamente e comodamente
Torna su